"Borgo Sud": il ritorno alla semplicità dei sentimenti nella "periferia di cemento armato"

Una scrittura pungente quella di Donatella Di Pierantonio, che scolpì la sua Arminuta con colpi degni di un michelangelo della narrativa, una Arminuta che ritorna anche nel mondo reale con il suo proseguo in "Borgo Sud". Tra i candidati al Premio Strega, il romanzo proietta quella adolescente in bilico tra due famiglie nella vita ormai adulta, dove il legame con la sorella Adriana, per quanto altalenante, è indissolubile, come se nessuna infanzia fosse stata rubata al loro tempo condiviso.


Di Pietrantonio D., "Borgo Sud",
Einaudi, 2020.

"Borgo Sud" è il romanzo in cui l'Arminuta "è diventata grande", romanzo che intesse inevitabilmente un legame col suo predecessore, ma da cui prende anche le distanze: un libro indipendente, in cui rimangono poche tracce del passato. La vita "sdoppiata" della protagonista è ormai incanalata in una identità familiare ben precisa, in cui padroneggia l'universo femminile, rappresentato dalla madre e dalla sorella.

Richiamata dalla sua terra all'improvviso, la nostra Arminuta adulta fa nuovamente ritorno alle sue origini, dopo aver trovato una certa stabilità in Francia. Il racconto, in prima persona, procede alternando diversi livelli temporali, in cui si intrecciano relazioni umane, delusioni e riscoperte. Il contesto abruzzese, nei luoghi e nelle tradizioni, appare marcato; lo stesso titolo rimanda alla "periferia di cemento armato" di Pescara, che accoglie Adriana e il suo amore per il pescatore Rafael. 

Nel borgo, si vive l'amore senza contorni e drappeggi, le relazioni sono essenziali e ridotte all'osso, al cuore dei sentimenti: la semplicità dei rapporti umani è la vera ricchezza. Ci si aiuta perché stretti negli stessi bisogni; ci si rispetta perché ubbidienti alle stesse leggi di sopravvivenza. Nel borgo, però, così come l'amore appare più autentico e pulsante, anche la rabbia e la violenza dipendono dalle stesse dinamiche.

Il rapporto con la sorella è forte e labile allo stesso tempo: il linguaggio dello stesso sangue che le unisce è più forte della diversità culturale. Istintiva l'una, razionale l'altra, le due sorelle si amano e si scontrano, si ritrovano e si allontanano senza mai separarsi.

Un giorno, Adriana si presenta a casa della sorella e del marito con un bimbo in braccio. Senza neanche aver informato e condiviso la gioia della gravidanza e della nascita del figlio, riappare come se nessuna distanza le avesse mai divise. I loro percorsi si intrecciano e si annodano, anche quando i due estremi del laccio sembrano sciolti e autonomi. Difficile comprendersi completamente quando si hanno visioni differenti. Adriana si trova a suo agio nel contesto schietto dei sobborghi; l'Arminuta nell'artificio del mondo universitario. Eppure, la carne è la stessa, lo stesso il verbo dell'amore.

Un libro che ti assorbe e ti scaraventa nei borghi più poveri d'Abruzzo e nelle sue meraviglie paesaggistiche e culturali come fosse la terra simbolo delle naturali contraddizioni dell'animo umanoIl nodo con il fortunato romanzo precedente, però, l'ho trovato talmente flebile da poter essere sciolto senza alcuna fatica e senza alcun rimorso. "Borgo Sud" potrebbe essere una storia a sé, libera da ogni eredità.

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