Mordecai Richler
La versione di Barney
(1997)
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Dopo una giornata intensa, ho ripreso tra le mani questo libro (finito di leggere qualche ora fa) e ho sorriso. Non importa quanto stressata tu possa essere, c'è sempre tempo - seppur minimo - per dedicarsi a ciò che ci anima. Lo sguardo di Mordecai Richler, incorniciato in copertina, era lì ad aspettarmi, come a dire "quando hai finito con le tue inutili seppur doverose faccende, io sono qui".
A noi due allora, Mordecai. Mi hai lasciata senza parole, sei stato in grado di catturare il mio interesse fino all'ultima riga dell'ultima pagina dell'ultimo capitolo, curiosa di giungere alla fine e, allo stesso tempo, già pentita di aver terminato la lettura in poco tempo. Ma come dovevo comportarmi con te? Mi hai fatto leggere a pranzo, nei minuti tra il contorno e il caffè, mi hai fatto sorridere a tavola come una mentecatta mentre raccontavi del primo appuntamento tra Barney e Miriam, mi hai lasciato senza fiato, in una sorta di estati letteraria. Per non parlare di Barney, quel mattacchione smemorato che all'inizio mi dava quasi sui nervi. Eh sì, perché non è facile stare dietro ai suoi ricordi: a settant'anni ormai la memoria gioca brutti scherzi, senza contare che a lui piace modificare un po' la realtà, o sbaglio? Tu dovresti saperlo bene: Barney non sei un po' anche tu, Mordecai? Non siete entrambi canadesi, ebrei, studenti scapestrati non ammessi alla Mc Gill University? Non sei stato anche tu a Parigi, come lui, per realizzare il tuo sogno di diventare uno scrittore (complimenti comunque, ci sei riuscito a pieno titolo)? E non hai lavorato anche tu per la tv? Non ami fumare i Montecristo e bere whisky? Non fraintendermi, so perfettamente che non è un'autobiografia, ma ammetterai che hai molte cose in comune con Barney, a parte il fatto che tu non sei un assassino (ammesso che lui lo sia).
Te lo vuoi sentir dire? Ok. Il tuo romanzo è sensazionale. Eccellente. Fenomenale. Dallo stile alla struttura, dalla costruzione della storia a quella dei personaggi. Perfetto. Ora lasciami spiegare ai miei lettori (eh sì, qualcuno ce l'ho anch'io), perché lo è...