
Li chiamano Instapoet, mi hanno detto. I poeti all'era dei social, dall'economia di parole e rinuncia ai segni di punteggiatura. Immediatezza e un colpo d'occhio sufficiente per completare la lettura. Per quanto spesso criticati, c'è da dire che la capacità di sintesi e quella di comunicare un messaggio che raggiunga un gran numero di persone non è cosa da poco.
Rupi Kaur è la poetessa emblema di questa nuova tendenza, affermatasi sul panorama letterario mondiale vendendo milioni di copie della sua prima raccolta, intitolata "milk and honey", inizialmente autopubblicata. Rupi Kaur, giovane canadese di origine indiana, ha finora pubblicato tre libri, ottenendo un successo mondiale. Vale la pena di conoscere i suoi testi per farsene un'idea personale.
milk and honey
La poesia ai nostri tempi. Grappoli di parole qua e là. Nell'era dei tag, i componimenti mancano di titoli e "milk and honey" non fa eccezione.
Che coraggio, però, l'autrice a buttarsi in certi temi. O forse, si china solo il capo a un istinto artistico incontrollabile. Stupro, desiderio sessuale, amore filiale, rotture, corpo femminile, relazioni sentimentali: numerosi sono i temi che si sviscerano nelle brevi poesie.
Senza punteggiatura e senza titoli, quattro sezioni accomunate dalla scoperta e dalla rivalutazione della donna nella sua interezza.
Interezza, già. Che parola piena.
Attraverso le sezioni "Il ferire", "L'amare", "Lo spezzare", "Il guarire", le poesie ripercorrono un'evoluzione quasi ciclica che si muove dal dolore per raggiungere la cicatrizzazione, prima di una possibile nuova ferita. Il tutto, però, accompagnato da una crescente consapevolezza del proprio valore.
Contro ogni forma di competizione, la scrittrice rifiuta i confitti interpersonali, sia a livello artistico che estetico: nessun individuo deve sentirsi superiore ad un altro per le conquiste raggiunte a livello personale, così come nessuna donna è più bella di un'altra.
La stessa Rupi, a proposito del successo, afferma (nella traduzione di Alessandro Storti):
Va da sé che io voglia avere successo
ma non è per me che bramo successo
il successo mi serve per acquisire
latte e miele quanto basta
ad aiutare chi ho intorno
ad avere successo
[p. 199]
Il concetto di bellezza è ribaltato: gli occhi che osservano la bellezza sono essi stessi bellezza e sono gli occhi della donna che si guarda.
La solidarietà femminile e il senso di comunione è ribadito in più componimenti, come nei seguenti versi:
il nostro sfrozo di
festeggiarci a vicenda si è
dimostrato la maggiore difficoltà
per il loro fallimento
[p. 201]
La sensazione appiccicosa e dolce di latte e miele delle sue parole, come colla che impasta la bocca, mi è piaciuta, sebbene io ami una poesia più eliottiana (e quindi irripetibile?).
the sun and her flowers
Sulla scia della prima raccolta, "the sun and her flowers" riprende alcune tematiche, introducendone di nuove, quali la maternità, il ruolo del linguaggio e la lingua inglese, le origini e l'immigrazione.
Il campo semantico prevalente è quello naturale del ciclo della vita, di cui si fa emblema il fiore, che si secca, cade, fa le radici, cresce e fiorisce.
this is the recipe of life
said my mother
as she held me in her arms as i wept
think of those flowers you plant
in the garden each year
they will teach you
that people too
must wilt
fall
root
rise
in order to bloom
[p. 114]
Il ciclo vitale non ha inizio dal seme, ma dall'appassire: è da quel passaggio solitamente relegato alla fine che tutto parte, come a dire che ogni crisi o momento negativo altro non è che terreno fertile per una evoluzione.
Le cinque azioni che descrivono la vita del fiore danno il nome alle parti di cui si compone la raccolta: wilting, falling, rooting, rising, blooming.
La figura della madre ricorre spesso: nella sua umiltà e nelle sue rinunce risiedono le possibilità date alla figlia. Il tema delle origini, di cui andare orgogliosi, è legato al ruolo della famiglia: le radici risiedono nel corpo umano. Sentimenti e valori tramandati non possono essere sradicati.
home body
Accompagnati dalle tipiche illustrazioni, dal tratto continuo e sempre più stilizzato, i componimenti dell'ultima raccolta di Rupi Kaur riprendono temi già noti e cari all'autrice, come l'abuso e la completezza della donna, a cui se ne aggiungono di nuovi.
Innanzitutto, il contrasto tra mente e corpo trova il suo punto d'incontro nel corpo stesso: quest'ultimo, a cui è dedicato il titolo dell'intero libro, è casa. Nel corpo umano risiedono i pensieri, i sentimenti, le cicatrici, le possibilità.
Frammentazione, depressione, immigrazione, solitudine e radici: tematiche ribadite e ulteriormente sviscerate.
La poetessa risulta più attenta a riflessioni legate all'ambiente: il corpo si fa casa in senso lato. L'ambiente va protetto, curato, amato. Ancora, un nuovo focus si apre sul tema della produttività e del consumismo.
productivity is not how much
work i do in a day
but how well i balance
what i need to stay healthy
- being productive is knowing when to rest
[p. 115]
In particolare, il tema della produttività è inteso come sottile forma di schiavitù dell'individuo contemporaneo, costretto tacitamente a sentirsi utile nella società; costrizione doppiamente percepita dagli immigrati, che sentono l'urgenza di partecipare attivamente alle attività della comunità che gli ha accolti. La produttività, però, è anche intesa come pressione creativa da cui l'artista deve prendere le distanze. L'ossessione di produrre instancabilmente invade anche il mondo dell'arte, compromettendo l'autenticità della sfera creativa, nella quale dovrebbe prevalere categoricamente il concetto di spontaneità e libertà.
we can work
at our own pace
and still be
successful
[p. 91]
Assistendo alla comune evoluzione all'interno del libro, il lettore compie un nuovo viaggio attraverso consapevolezze acquisite e certezze superate, verso un ulteriore transitorio equilibrio, verso una nuova raccolta, da attendere senza fretta, perché i tempi dell'arte non devono essere dettati dall'ansia.
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