In vetrina: "Mu", il gioco poetico di Nunzio Di Sarno

 "Mu". Un titolo enigmatico. Una sillaba, decisa, stagliata in copertina, ma quasi timidamente in disparte, a dare spazio al vortice centrale: una vaga impronta d'inchiostro. Il libro di Nunzio Di Sarno, pubblicato nel 2020, è una raccolta di poesie divisa in quattro sezioni, le quali descrivono la vita nelle sue sfumature più dolorose e critiche, con spiragli di leggerezza e aria primaverile.


Le prime parole che troviamo ad aprire la raccolta di Nunzio Di Sarno sono quelle di un koan zen:

Un monaco chiese a Joshu: “Un cane ha la natura di Buddha?”

Joshu rispose: “Mu”

Mu mantiene in sé gli opposti e spinge a trascenderli in uno slancio che scatta lontano dalla logica e dalla premeditazione.

E quando pensi di averlo afferrato è proprio lì che ti scappa. Ci si può solo muovere insieme.

La voce poetica è polemica, a tratti criptica, a seconda dell'intenzione da cui è originata: farsi capire o confondere; attaccare o ripararsi; svelare o coprire. La poesia di Nunzio Di Sarno è bianca e nera come la copertina: una manciata di versi intrecciati tra loro. Di fatto, le quattro sezioni, per quanto stilisticamente differenti le une dalle altre, fanno parte di un fitto reticolo di immagini e idee che costruiscono il significato globale del testo. 

"Mu" si apre con il "Manifesto" del poeta, che rivela la fonte della sua spinta creativa, ovvero l'intento di "guardare oltre" e muovere i primi passi verso il cambiamento a partire dalla parola; il verbo è azione - come suggerisce l'aggettivo "operativo" -, ma anche "bellezza". 


Scrivo perché la poesia è visione

Il primo passo per la trasformazione

Scrivo perché la parola è una traccia

E il suono è operativo

Scrivo perché la beatitudine è bellezza

E il vuoto è compassione

Scrivo perché Milarepa cantava

 

Spogliate dalle pause della punteggiatura, le poesie sono tutte accomunate da questa assenza, a renderle essenziali dal punto di vista stilistico: parole non addobbate da virgole o punti, ma un flusso continuo e ininterrotto di suono.

I versi della prima sezione sono stilisticamente simili, spesso caratterizzate dalla medesima divisione strutturale e incentrate su tematiche relative alla cultura occidentale, come le festività: il Natale, il 25 aprile, il Capodanno, giorni di comunione e condivisione, che rivelano una malinconica solitudine di fondo, ancora più spietata in queste occasioni.

Al contrario, nella seconda sezione, vi è un unico componimento, più lungo e strutturato, senza titoli se non una organizzazione in numeri romani; fino a spogliarsi ulteriormente nella terza sezione, caratterizzata da poesie brevi, immediate e incisive. Qui, i titoli, quando non assenti, portano una data che carica i versi di un riferimento storico fondamentale. Come le poesie di Ungaretti, le date sono parte viva del componimento, collocandolo in un preciso contesto. Infine, procedendo gradualmente verso la fine, la poesia si spoglia ulteriormente nell'ultima sezione, in cui le poesie sono di tre, quattro versi, senza titoli, ma divise da asterischi, come lampi veloci che mettono in luce un'immagine o un sentimento per brevi istanti. 

Non mancano le tematiche politiche e i riferimenti storico-sociali, sebbene sempre subordinate all'estetica dell'arte. 

Peculiarità dei componimenti è l'uso delle lingue straniere, in particolare dell'inglese, utilizzato anche per interi componimenti. Come T.S. Eliot nelle sue opere magistrali, nella poesia sono inserite citazioni letterarie e frasi in lingua straniera, col puro intento di ricreare l'incomprensibilità e la frammentarietà del mondo. Non c'è bisogno di traduzione per raggiungere una effimera e impossibile comprensione.

Nunzio di Sarno, laureato in Lingue e Letterature Straniere, nonché docente di inglese, gioca magistralmente con suoni e significati, mostrando una spiccata padronanza della lingua.


L'autore


Nunzio Di Sarno nasce a Napoli, si laurea in Lingue e letterature straniere con u
na tesi su Ginna e le connessioni tra astrattismo e spiritualismo. 

Ha lavorato come operatore sociale, mediatore culturale, insegnante di italiano L2, di sostegno e di inglese. 

Da alcuni anni risiede ed insegna a Firenze. 

Nel 2021 si laurea in Psicologia clinica e della riabilitazione con una tesi su Yoga, Tai Chi e mindfulness come terapie complementari nella malattia di Parkinson. 

"Mu", pubblicata da Oèdipus edizioni nell’agosto 2020, è la sua raccolta d’esordio. Sue poesie ed articoli sono presenti su diversi siti e blog letterari.

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