In vetrina: "L'amore coniugato", il primo romanzo di Annalisa Giuliani

Un battesimo a dare inizio al Preludio. "Artemisia è il mio nome" è il titolo del primo capitolo, in cui la protagonista si presenta. Il nome del fiore, il nome che segna il legame con la madre, il nome frutto dell'amore del papà. Un nome che è un filo. Continuità e nuovo inizio.

"L'amore coniugato" è il primo libro pubblicato da Annalisa Giuliani: un romanzo di 99 pagine, diviso in atti. Ogni capitolo si apre con una citazione letteraria o musicale, in lingua originale, e racchiude un concentrato di immagini. Uno spaccato su uno dei personaggi, apparentemente distanti gli uni dagli altri, a descrivere un determinato tempo e un determinato episodio. 


Senza nome si esiste solo a metà. Si occupa uno spazio dove il tempo scorre indifferente. Come non essere al mondo, si è nessuno. Per dieci giorni fu niente, inconsistenza. Evanescente come l'acqua che evapora dalla terra.

Poi la pioggia non cadde più. Si conficcò nella carne, nelle ossa, dove restò per sempre. E lei ebbe un nome: Artemisia. [...] Artemisia, la pianta che cresceva anarchica nel giardino della madre e di cui lei aveva cura.

Ad aprire "L'amore coniugato" l'affermarsi di Artemisia. Rimasta senza nome per giorni, dopo la morte della madre che ha coinciso con la sua nascita, è stata battezzata dal padre che ha scelto quello più appropriato a segnare il legame reciso. Il padre, ferroviere, è in continuo movimento, a evocare una certa instabilità caratteriale. Eppure, promette di amarla, di amare quella figlia come avrebbe fatto sua madre.

Nella corolla della protagonista compaiono altri personaggi a lei connessi: Ernesto "il nome delle persone a cui si vuole bene", vecchio amante, ed Ernesto, suo figlio; Aldo, un ricco borghese dalla vita piena che decide di rinunciare a quella finta pienezza per aprire una libreria in centro; Enea, suo figlio, uomo colto, attento, studioso, che si lascia scappare un post scriptum che è una possibilità; Alberta, una ragazza che si sente diversa dai suoi coetanei, amante delle stelle e dei numeri.

Tutti i personaggi sono connessi tra loro da vincoli di amore in tutte le sue coniugazioni: amore materno, paterno, filiale, amore che è desiderio, promessa, fuga, amore come pausa, parentesi, eternità. 

Artemisia si innamora di un uomo, Ernesto, con cui condivide tempo, contatto, sogni, senza riuscire a liberarsi della etichetta di "amante" e, quindi, di "rovinafamiglie". Ernesto non si separa dalla moglie Eloisa, decidendo di non abbandonare la sua famiglia, né Artemisia gli chiede mai di farlo. Evitandogli un bivio catastrofico, fa un passo indietro e si congeda con un biglietto.

Gli sbalzi temporali tra passato e presente creano un impasto completo e amalgamato di ingredienti separati che si rivelano essere parte di un'unica entità. I personaggi, le cui vite si incontrano, si sfiorano o si intrecciano, sono tutti parte dell'amore coniugato, al passato, al presente e al futuro. 

C'è sempre un momento, un dettaglio, un elemento marginale, una frattura impercettibile per cui l'esistenza si trasforma.

Lo stile accurato dell'autrice rivela la sua dote nel saper scegliere le parole adatte, evitando surplus inutili. Le frasi non strabordano dai limiti della storia, ma la calzano perfettamente, seguendola con precisione ed essenzialità. 

Un romanzo piccolo, ma ricco, che coniuga l'amore per l'umanità e per la scrittura nelle sue forme più lineari e concrete.

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