In vetrina: "Il Giardino sulla Spiaggia", la concreta introspezione di Gabriele Levantini
"Il Giardino sulla Spiaggia" è un libro, un blog, un progetto. Ancor prima, un'idea. "Il Giardino sulla Spiaggia" è il sogno di Gabriele Levantini, un sognatore concreto, classe 1985, che ha affiancato alla creatività letteraria gli studi scientifici. Come confessa lo stesso autore, alla base delle due passioni apparentemente discordanti vi è un'unica origine: la curiosità. Tale spinta lo ha condotto fino alla pubblicazione del suo primo libro: una raccolta di racconti selezionati.
Prima di essere un testo stampato, "Il Giardino sulla Spiaggia" è un sito (che vi invito a esplorare cliccando qui) in cui Gabriele Levantini condivide i suoi brevi spiragli sul mondo: racconti che sono fotografie verosimili della realtà, ognuna scattata da una prospettiva differente, in modo da rendere la varietà e la complessità - nonché la vera bellezza - dell'esistenza.
A chiarire il significato del titolo, è sempre lo stesso autore, il quale, nell'introduzione, sottolinea la simbologia dei due luoghi: quello circoscritto e intimo del giardino, messo a disposizione degli altri, e quindi situato sulla "spiaggia", luogo aperto e dirimpetto all'infinito.
A legare tra loro i vari racconti (17, se non conteggiamo le tre parti finali dedicate alla sfera personale) è il tema del viaggio, come rimarca il Professor Giuseppe Paoli nella Prefazione. Fisicamente, il viaggio inizia nella confusione della nebbia con "Il porto delle Nebbie" da cui si salpa verso l'ignoto, non senza un pizzico di timore. Lo smarrimento simboleggiato dal porto - luogo sicuro per eccellenza - , che però è annebbiato, ricorda la visionarietà degli stati d'animo di Joseph Conrad, tanto attento alla concretezza da far "vedere" i lettori e rendere tangibili anche le sensazioni più astratte.
"Le storie che leggerete [...] sono la mia personale, caleidoscopica, visione delle emozioni umane.
Le vicende narrate sono di fantasia, ma i sentimenti descritti sono quanto di più reale e universale ci sia: perdita, dolore, amore, lotta, conquista, incertezza, speranza."
Il tema del viaggio, inoltre, è suggerito anche dall'auto, elemento che ricorre in diversi racconti. Movimento, transitorietà, velocità: l'auto in corsa diventa oggetto futurista privato della sua funzione, perché l'obiettivo si perde. Non c'è meta da raggiungere, o meglio, tale meta è sconosciuta persino al conducente: ciò che conta è avanzare.
L'intento dell'autore è quello di dipingere i numerosi sentimenti che ogni individuo prova e sperimenta nel corso della sua vita e che ci accomuna, essendo alla base della nostra umanità. Amore, delusione, trasgressione, omosessualità, solitudine sono solo alcune delle tematiche presentate. Bastano poche pagine per centrare la dolcezza e la titubanza del primo amore, ne "Il vecchio faro", o il timore per la discriminazione e il peso del segreto dell'omosessualità in "La forma delle nuvole".
Il cuore del giardino dell'autore si apre nelle ultime tre parti, dove Gabriele Levantini si racconta attraverso episodi e dettagli della sua infanzia, adolescenza e giovinezza, tracciando le sue origini e le sue trasformazioni. La crisi, a cui dedica un omaggio, si veste del suo antico significato positivo: indica un cambiamento, un passaggio, una evoluzione. Non a caso, anche il libro "Il Giardino sulla Spiaggia" è stato frutto di un momento di crisi personale.
I racconti "da un lontano viaggio interiore" traducono l'introspezione dei sentimenti in oggetti, luoghi, personaggi concreti, colti in un determinato tempo e spazio. Pochi attimi, come fossero pennellate, a ritrarre episodi significativi. Interiorità ed esteriorità trovano, così, il loro punto d'incontro in una scrittura piacevole, scorrevole, puntuale.
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