In vetrina: "Gli ansiosi si addormentano contando le apocalissi zombie", un libro che si prende gioco di noi

Irriverente, blasfemo, ironico: "Gli ansiosi si addormentano contando le apocalissi zombie" è un romanzo breve che spiazza, che fa ridere, a volte addirittura ribrezzo per quanto spudorato, ma assolutamente originale, dalla prefazione (da parte della pagina Facebook "Persone che pubblicano canzoni impegnate e non ne capiscono il significato") fino alla conlcusione con rimando a un amato - ebbene sì amato - Covid.

Il narratore si prende gioco di se stesso e della nostra comunità, sopraffatta dall'ansia, e con uno stile del tutto ironico passa in rassegna i dogmi della società contemporanea. L'ansia di cui soffre il protagonista è strettamente collegata al tema della sessualità, dal momento che sembra influire sulla sua impotenza.

Tramite riflessioni e calcoli statistici, il giovane ansioso tenta di dominarla ed esercitare un vano controllo sulla situazione, ma finisce con l'esorcizzare i suoi problemi ricorrendo alla blasfemia. Già, perché tale è il riferimento a un rivisitato Papa Francesco, nome affibbiato niente di meno che al membro maschile del protagonista, sebbene il motivo di tale associazione sia inopinabile, ma mi vergogno a scendere nei dettagli e quindi tronco il discorso.

Abbracciando i punti fermi del consumismo e della nostra cultura, trova supporto o riferimenti utili in Facebook o The Sims (chi non ricorda il videogioco sulla famosa famiglia virtuale?!), per citarne solo alcuni. Il testo è un minestrone di capisaldi di una generazione che nasce con i videogiochi e cresce con app e social.

Strettamente legata all'ansia e alla sessualità, si insinua anche la tematica della depressione, dovuta al dilagante senso di insoddisfazione e al frustrante tentativo di creare una convincente identità virtuale. Schiacciati dal mondo astratto, da un lato, e dal bisogno fisico di ossitocina, dall'altro, l'individuo oscilla tra sterilità e necessità di contatto, come un logoro pendolo schopenhaueriano.

Alle tematiche sociali e alla rivisitazione della sfera religiosa, nel libro si trovano anche citazioni letterarie. Attualissimo, inoltre, il rimando finale alla pandemia del Coronavirus, rivisitata anch'essa: il punto di vista rispetto alla maggioranza è stravolto, tanto da risultare provocatorio. Nulla di meglio che il virus ad allietare lo stato d'animo di un fallito, che percepisce nei volti preoccupati degli altri anche una dose di eccitazione. 

Con le sue 126 pagine, il libro sui generis è diviso in brevissimi capitoli, ognuno dei quali affronta un argomento riportato nel titolo, ma tutti legati da un filo conduttore. L'autore, il giovane Alec Bogdanovic, riesce a sorprendere e a catturare l'attenzione del lettore fino all'ultima pagina, dominando una storia bizzarra che, sebbene suddivisa in microcapitoli adatti alla frettolosa comunità contemporanea, non appare frammentata, ma ben coesa.

Disponibile in formato ebook, sono sicura che questo libro dividerà i lettori, tra coloro che si faranno due risate sotto i baffi e altri che, al contrario, lo criticheranno aspramente. Senza dubbio, un libro che fa discutere.

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