Quando la morte (non) è una soluzione: "Piccoli suicidi tra amici", una distesa riflessione sul valore della vita

La pensiola scandinava è la zona in cui si registra il più alto tasso di suicidi. In particolare, i finlandesi, "popolo sfortunato" a detta di Arto Paasilinna, combattono contro un nemico formidabile: "la malinconia, l'introversione, una sconfinata apatia". E se gli aspiranti suicidandi si mettessero insieme per uccidersi in compagnia, con "eleganza", e unissero le loro forze?

Paasilinna A., "Piccoli suicidi tra amici", 
Iperborea, 2006.

Arto Paasilinna ha scritto un libro partendo dal tema del suicidio, alleggerendolo dalla sua delicata gravosità e affrontandolo con sconfinata ironiaLo scrittore immagina due uomini stanchi, decisi a farla finita, che si incontrano casualmente in un fienile, il luogo in cui entrambi, singolarmente, hanno scelto di porre fine alla loro vita. Dall'incontro inaspettato nasce una sorta di alleanza. La morte può attendere. Perché non radunare prima altri intenzionati a morire per organizzare un suicidio di massa? Che almeno la morte sia più degna e gloriosa della loro miserabile vita! 

Un annuncio sul giornale, una conferenza dal successo incredibile e un viaggio intrapreso verso la morte. Letteralmente. L'autobus dei Morituri Anonimi attraversa la Scandinavia prima, prendendo ad ogni fermata coloro che desiderano far parte del gruppo, per poi ampliare le prospettive e proseguire verso sud-ovest, tagliando l'intera Europa.

Per mezzo di una storia simpatica e di una narrazione scorrevole, l'autore esorcizza la paura della morte: i suicidandi non hanno nulla da perdere, tanto vale la pena tentare! Grazie alla nuova prospettiva, l'intraprendente gruppo si butta in nuove avventure, riscoprendo il piacere della compagnia e del viaggio, fino a che non giungono all'ultimo estremo dirupo.

La metafora del viaggio come sinonimo di vita e cambiamento è alla base della storia, ma ad essa si intreccia anche quello dell'amicizia, inteso come legame che unisce le persone accomunate da una visione e un trascorso simili, oltre che da un obiettivo comune. Tale legame si rafforza in un coordinamento tale da risultare decisivo quando il gruppo si relaziona con altre persone, tanto da adottare strategie "da guerriglia" per superare determinati ostacoli contro cui si imbattono durante il folle percorso. Non mancano le descrizioni dei luoghi visitati dai viaggiatori, che regalano un ritratto incantato dei paesaggi scandinavi e non solo.

Pur alleggerendo la tematica della morte, l'autore non sminuisce il problema. Di fatti, mette in luce il contrasto tra il generale benessere della popolazione scandinava e il senso di insoddisfazione e frustrazione che affligge gli abitanti nordeuropei nonostante la prosperità del Paese in cui si vive. Paradossalmente, basta cambiare punto di vista prendendo la vita alla leggera per riscoprirne il valore.

Nel complesso, "Piccoli suicidi tra amici" è un libro che consiglio a chi ha voglia di una lettura distesa, ma non superficiale; stuzzicante, ma non spinosa. Una bizzarra riflessione sul valore della vita, attraverso la sua negazione.

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