"Febbre": testimonianza di un sieropositivo che sceglie la parola

"Febbre". Un libro che punge. Jonathan Bazzi a nudo nel suo racconto che sa di carne. La miseria di Rozzano, una terra di mezzo tra Nord e Sud, la scoperta della malattia, l'omosessualità. Un autore fuori dalle righe. Parole febbricitanti che ti si appiccicano addosso.

Bazzi J., "Febbre", Fandango, 2019.

Lieve, persistente, fastidiosa, sfiancante: è la febbre la vera protagonista del libro. Febbre come evidenza, epifania, limbo e catarsi. Febbre come inizio. Del libro e del percorso dell'autore-narratore verso la svolta. Un percorso lento, che sfiora la stasi, l'abbandono e l'incuria, prima di raggiungere la rivelazione. 

Jonathan Bazzi-scrittore racconta Jonathan Bazzi-protagonista , da quando una bizzarra febbre l'ha avvinghiato, spartiacque tra aneddoti del passato e del presente. Dopo svariate attese e accertamenti medici, la causa di quella febbre si palesa in una sigla: HIV. Una composizione di lettere che incute timore, da cui si fugge e si tace. Che significa essere sieropositivi? Come si convive con il virus?

La voglia di imparare di Bazzi non si è fermata di fronte alla diagnosi, anzi: per lui, si è rivelata un nuovo punto di partenza. Un'occasione in più da sfruttare. Un tema a cui dare voce. Stanco del rifugio del silenzio che si spande sull'argomento e della possibilità di essere bollato dalla comunità, il giovane autore ha giocato d'anticipo, esponendosi in vetrina: ecco, guardatemi, sono io, Jonathan e sono sieropositivo e - vi dirò - non è così male come si pensa, si vive lo stesso.

Col virus voglio farci qualcosa, agire su di lui, modificarlo, non essere inerme, subirlo - mi interessano solo le cose con cui posso imparare. Scriverne, per esempio, sfruttando la mia condizione di privilegiato, di contaminato che non prova vergogna. Rinominare quello che mi è successo, appropriarmene con le parole, per imparare, vivere di più: usare la diagnosi per esplorare ciò che viene taciuto. Darle uno scopo, non lasciarla ammuffire nel ripostiglio delle cose sbagliate. 

"Febbre", con la testimonianza spietata che riporta, con un linguaggio mitragliante e una narrazione intrigante, si è aggiudicato numerose note di merito, affermandosi tra i titoli finalisti del Premio Strega 2020. Un romanzo tagliente.

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