A. Vitali, "Premiata Ditta Sorelle Ficcadenti"
"Un thriller di paese" definirei il romanzo di Vitali, perché è proprio nei piccoli paesi che la curiosità e la ritrosia nei confronti dell'altro alimenta la suspense tipica del genere thriller, nell'accezione più cauta del termine. Di thriller vero e proprio, di fatti, non ha nulla. Pubblicato nel 2014, "Premiata Ditta Sorelle Ficcadenti" è una piacevole lettura dalle 447 pagine, che scorrono senza intoppi.
A. Vitali, "Premiata Ditta Sorelle Ficcadenti", Rizzoli, 2014. |
Nel racconto vengono narrate le vicende che accadono nel borgo lombardo di Bellano, dove due sorellastre, Giovenca (la bella) e Zemia (la brutta), decidono di aprire una nuova merceria, intralciando la concorrenza delle altre due attività già presenti. A innescare il brulicante movimento dei personaggi è proprio l'introduzione delle due Ficcadenti, da cui, in particolare, si scaturisce il drastico cambiamento di Geremia, un uomo a cui "mancava qualche giovedì", e la preoccupazione della madre, la Stampina, la quale coinvolge a sua volta Don Primo, il prevosto di Bellano.
L'alveare di personaggi che si delinea nel romanzo corale è il ritratto della realtà di paese, dove il nuovo spaventa e attira allo stesso tempo. Mantenere gli equilibri stabili di fronte alla novità, spesso associata al "diavolo", non è affatto semplice e necessita di una collaborazione amplia tra i vari abitanti.
La narrazione si svolge su due fronti convergenti, quello presente, incentrato sul desiderio di Geremia di sposare Giovenca Ficcadenti e su quanti vengono coinvolti nel suo tentativo, e quello passato, che porta alla luce il trascorso delle due sorellastre e un alone di mistero su una eredità succulenta.
Il linguaggio colloquiale, ma non scontato, intervallato da cadenze dialettali, insieme ai capitoli brevi (due pagine in media) alleggeriscono la lettura, rendendola intressante e appetitosa.
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