Paul Auster, 4 3 2 1

“Identici ma diversi, ovvero quattro ragazzi con gli stessi genitori, lo stesso corpo e lo stesso corredo genetico, ma che vivevano ognuno in una casa diversa in una città diversa in circostanze a sé stanti. Sballottati qua e là dagli effetti di queste circostanze, i ragazzi avrebbero cominciato a differenziarsi con il procedere del libro, gattonando o camminando o galoppando attraverso infanzia, adolescenza e prima età adulta come personaggi sempre più distinti, ognuno per la propria strada, eppure tutti quanti ancora la stessa persona, tre versioni immaginarie di sé, con l’aggiunta di se stesso […].”

È lo stesso Paul Auster a descrivere il suo “4 3 2 1” all’interno del romanzo. Giunti quasi all’ultima pagina, delle 951 in totale, la voce narrante in terza persona illustra con le suddette parole il nuovo progetto letterario del protagonista, Archibald Ferguson, che coincide con la lettura appena conclusa: inizio e fine che si riconciliano brillantemente; libro letto che confluisce nel libro scritto.

Il protagonista, conosciuto semplicemente come Ferguson, o tutt’al più Archie, è il figlio unico di Stanley e Rose Adler, un piccolo imprenditore proprietario di un negozio di arredi ed elettrodomestici e una fotografa. A partire dalla migrazione dei suoi predecessori negli Stati Uniti, facendo tappa a Ellis Island, la narrazione si protrae seguendo le vicende dei personaggi, egregiamente incastrati nel contesto storico-sociale. Inizialmente, il racconto si snoda seguendo le vicissitudini dei parenti di Ferguson, fornendo una vasta panoramica della famiglia, per poi, solo in un secondo momento, seguendo l’ordine cronologico dei fatti, approdare e soffermarsi sul protagonista.

Il cospicuo volume si divide in sette parti, ognuna delle quali suddivisa in quattro capitoli, dedicati a Ferguson, percorrendo la sua infanzia, adolescenza e giovinezza. Il protagonista è sempre lo stesso, ma cambia a seconda del numero del capitolo: pur avendo lo stesso nome, gli stessi genitori, lo stesso corpo, rappresenta una versione diversa della stessa persona, una possibilità di evoluzione e crescita differente da quella “reale”. Chi sia realmente Ferguson lo si scopre solo nell’ultimo capitolo, ma non c’è bisogno di attendere la fine del libro per affezionarsi a questo personaggio, o meglio ai quattro personaggi che rappresenta: ognuno sempre più distinto dall’altro. 

La passione di ogni Ferguson per la scrittura, lo sport e il cinema esplodono con intensità e ripercussioni differenti, a seconda dei fatti che cambiano il corso degli eventi; così come l’amore sempre presente per la sorellastra Amy, a volte appena accennato, altre vissuto in pieno. Ogni versione dello stesso personaggio segue un percorso a se stante, sull’onda di un’evoluzione indipendente dall’altra, perché condizionata da specifici accadimenti. Innumerevoli sono i riferimenti agli eventi storici che accompagnano e influenzano i personaggi, coprendo un arco temporale di circa settant’anni, per non parlare dei rimandi letterari e cinematografici che arricchiscono il racconto.

Lo stile dell’autore è denso, intenso e accurato, spesso prolisso, altre più incisivo, ironico e dal linguaggio variegato, che spazia dall’elegante al volgare, coinvolgendo il lettore nella sua rete tanto confusa quanto accattivante. Il labirinto da egli creato è perfettamente strutturato e ogni tassello pian piano torna al suo posto. Caratteristica del corposo romanzo è la sua natura poliedrica: potrebbe essere considerato un insieme di quattro romanzi, da leggere seguendo un ordine che non sia necessariamente quello delle pagine. Eppure, il lettore prende coscienza di tale libertà solo con l’avanzare della narrazione, proseguendo sulla scia delle pagine, trascinato da una forza silenziosa che prende il nome di Paul Auster.

La poliedricità del romanzo coincide con la poliedricità dell'essere umano: uno stesso romanzo può moltiplicarsi essendo sempre lo stesso, così come l'uomo indossa diverse identità rimanendo comunque uno. Paul Auster ha saputo esplorare questa riflessione con originalità sfruttando le infinite possibilità offerte dal processo creativo, dando vita a "un libro su un libro, un libro che si poteva leggere e su cui si poteva anche scrivere, un libro in cui si poteva entrare come in uno spazio fisico tridimensionale, un libro che era un mondo ma creato dalla mente, un enigma, un paesaggio incerto, pieno di debolezze e di pericoli […]."

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