Agota Kristof, Trilogia della città di K.

   Prosa asciutta, stili alternati, verità ambigua. "Trilogia della città di K." è un'opera sorprendente. Pubblicata in lingua francese, essa comprende "Il Grande Quaderno" (1986), "La prova" (1988) e "La terza menzogna" (1991). Ogni libro è diverso dall'altro nei punti di seguito spiegati, ma tutti e tre percorrono le vicende dei due protagonisti, una coppia di gemelli. 

    Se non avete letto il romanzo, non proseguite con questa recensione, onde evitare che anche solo un particolare possa influenzare la vostra interpretazione del racconto. Vi consiglio vivamente di leggere le 379 pagine della trilogia, sapendo solo che non ne sarete delusi. Vi consiglio anche di offrire la vostra mente vergine alla narrazione, senza partire premuniti ed evitando di cercare di seguire con zelo il filo della trama. Sarebbe inutile, dato che la trama si biforca e si moltiplica, senza cessare di essere un unico filo. Dall'essenzialità del primo libro, si passa ad una verità capovolta nel secondo, fino ad un'altra, ancora più complessa, nel terzo. Dunque, leggete per il gusto di leggere - e sono sicura che questi romanzi vi sapranno incantare - , e, solo dopo, tornate qui con le vostre idee in grembo per scoprire la mia interpretazione del libro. 

     Se conoscete i tre libri, probabilmente ne sarete rimasti affascinati anche voi. A me ha colpito la varietà delle scelte narrative impiegate dalla scrittrice ungherese, che permettono ad ogni libro di avere una precisa identità. 


💢 "Il Grande Quaderno"
"Il Grande Quaderno" è un diario scritto in prima persona plurale; i capitoli brevi; gli aneddoti crudi. I due gemelli, senza nome, hanno una sola, unica identità e si alternano nella scrittura del quaderno, senza possibilità di distinguere l'uno dall'altro.
    I due bambini vivono e reagiscono in maniera personale alle atrocità di una guerra (che noi sappiamo essere "La" guerra, nonostante il riferimento non sia mai univoco), maturando una ricercata insensibilità ai bisogni primari attraverso una serie di esperimenti, che loro chiamano "esercizi" (come il digiuno o l'immobilità). Soli, senza genitori, i gemelli trovano forza nella loro unione, nell'essere quasi un'unica persona. I personaggi, così come i luoghi, sono privati dei loro nomi propri e ribattezzati dai due bambini; la loro identità è così filtrata attraverso la prospettiva dei due protagonisti, che tentano di essere totalmente imparziali e oggettivi, attenendosi a un rigido esercizio di scrittura. La prosa è essenziale e spoglia; ogni fatto analizzato chirurgicamente.
  Ecco come si svolge una lezione di composizione.
  Siamo seduti al tavolo della cucina con i nostri fogli a quadretti, le matite e il Grande Quaderno. Siamo soli.
  Uno di noi dice:
  - Il titolo del tuo tema è: «L'arrivo da Nonna».
  L'altro dice:
  - Il titolo del tuo tema è: «I lavori».
  Ci mettiamo a scrivere. Abbiamo due ore per trattare l'argomento e due fogli di carta a disposizione.
  Alla fine delle due ore ci scambiamo i fogli; ciascuno corregge gli errori di ortografia dell'altro con l'aiuto del dizionario e, in fondo alla pagina, scrive: Bene o Non Bene. Se è Non Bene gettiamo il tema nel fuoco e cerchiamo di trattare lo stesso argomento nella lezione seguente. Se è Bene, possiamo ricopiare il tema nel Grande Quaderno.
  Per decidere se è Bene o Non Bene, abbiamo una regola molto semplice: il tema deve essere vero. Dobbiamo descrivere ciò che vediamo, ciò che sentiamo, ciò che facciamo.
    Nonostante il loro manifesto intento, quanto scritto è pur sempre frutto del loro processo artistico. Il lettore inizialmente è portato a credere alla veridicità di quanto riportato dai protagonisti, ma, con la stessa facilità, sarà poi costretto a metterla in discussione.

💢 "La prova"
    La prova, che conferisce il titolo al secondo libro, è quella della separazione. Solo ora che si sono divisi, crescono e delineano i tratti di due distinte personalità, grazie non solo all'allontanamento fisico, ma anche al silenzio. Primo effetto di questa scissione è la presenza dei nomi: solo ora i due gemelli vengono battezzati in Lucas e Claus. L'attenzione è rivolta al primo, a colui che resta e che impara a vivere senza l'altro, sebbene rimanga in continua attesa del suo ritorno. 
   L'unico modo per sopravvivere è quello di occuparsi di qualcuno che abbia bisogno d'aiuto, per questo motivo spuntano i personaggi di Yasmine e Mathias. In particolare, Lucas si lega a quest'ultimo, un bambino molto intelligente nato con una menomazione. I tre creano un nucleo familiare a tutti gli effetti e Lucas, da capofamiglia, raggiunge un parziale equilibrio nell'occuparsi degli altri, tanto da lasciare la casa della Nonna - la Strega conosciuta nella "favola nera" che è il primo libro -  e da acquistare la proprietà di Victor, il proprietario della libreria che ha il sogno - tale proprio perché mai realizzato - di scrivere un libro.
Sono convinto [...] che ogni essere umano è nato per scrivere un libro, e per nient'altro. Un libro geniale o un libro mediocre, non importa, ma colui che non scriverà niente è un essere perduto, non ha fatto altro che passare sulla terra senza lasciare traccia.
    La solitudine di Lucas viene parzialmente colmata da altri legami, come quello con Peter o Clara. Difficile etichettare le relazioni che intesse con loro: banalmente, potrebbe trattarsi di amicizia e amore; ma, come afferma lo stesso protagonista, egli non conosce il significato di queste parole.
   Non si può affermare con certezza che la prova del vivere l'uno senza l'altro sia stata superata; certo è che la storia di Lucas fa luce sul quaderno d'infanzia e, inevitabilmente, ci si chiede se il gemello non sia frutto di una fantasia. Esiste davvero "l'altro"? Che Lucas e Claus siano le due identità della stessa persona? Tutto è messo in discussione, anche la veridicità del Grande Quaderno. 
    Quando la separazione dei due ci ha quasi convinti dell'inesistenza dell'altro, Claus fa il suo ritorno.
    
💢 "La terza menzogna"
   Come afferma il titolo stesso, l'ultimo romanzo non è altro che la terza menzogna. Dopo che quanto scritto nel primo libro è stato smentito, il titolo annuncia che anche la verità riaffiorata nel romanzo precedente sarà nuovamente ribaltata. 
    "La terza menzogna" si divide in due parti: nella prima ci si focalizza su Claus, ritornato in città alla ricerca del fratello; nella seconda, dopo decenni, i gemelli tornano finalmente a incontrarsi. 
    Le tre menzogne sull'identità del protagonista (complicato ormai credere che siano due persone distinte) sono elencate nella prima parte: il gemello, che aveva superato la frontiera separandosi dall'altro alla fine del primo libro: 1. non era fuggito col padre; 2. non ha diciotto anni (il documento che porta con sé non è suo) e... 3. non si chiama "Claus". È, quindi, Lucas l'unico protagonista, o meglio il poeta Klaus Lucas (scritto con la kappa)? La verità potrebbe essere che il protagonista è affetto da una malattia mentale e che soffra di problemi psichici, magari dovuti al trauma subito in guerra. Oppure, lo sdoppiamento della personalità potrebbe essere la raffigurazione letteraria dell'artista, uomo e poeta allo stesso tempo. Semplicemente, però, nessuna verità è la verità. C'è lo dice la stessa autrice: la letteratura è una menzogna.

    Il tema principale è quello della frammentazione, che comprende quello del doppio. Frammentata è, in primis, la verità, ma anche l'io, la letteratura, la storia. Dopo la guerra, tutto è in brandelli e tutto è impossibile da ricompattare. Bisogna solo convivere con quei frammenti e imparare che non esiste alcuna verità. 
    Alla fine, i due gemelli si rincontrano, ma ancora una volta ci si chiede se siano davvero loro, dato che non avviene la finale riconciliazione. Il segreto per comprendere questo libro è non cercare risposte, né ricomporre il puzzle della trama: sarebbe come sforzarsi di comprendere le associazioni logiche e illogiche di un sogno. La trilogia va letta per farsi domande, anche a costo di essere riletta: è un libro ricompattato, ma dall'interpretazione aperta; un'unione di tre libri, ognuno legato all'altro, ma ognuno con una propria verità, che equivale a dire, con una propria menzogna. 

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