D'Avenia, Ogni storia è una storia d'amore

   Ultimo lavoro del giovane professore Alessandro D'Avenia, "Ogni storia è una storia d'amore" è una matassa di filo rosso che si srotola tra le vite di 36 donne. 36 sono i racconti che portano come titolo nomi femminili: Muse che hanno ispirato i loro uomini, celebri artisti che hanno tratto la loro linfa creativa dall'amore della loro compagna. 
   Un omaggio alle donne, dunque, o per meglio dire, un omaggio alla Donna che è sinonimo di Amore. Quell'amore cantato, scritto, dipinto o scolpito non avrebbe potuto essere tale senza la musa da cui i creatori hanno tratto ispirazione. Muse che sono compagne, o solo proiezioni, donne che sorreggono o donne abbandonate, donne che si sacrificano e donne che impazziscono.

"La creatività senza disciplina è un fiume senza argini: si disperde".

   Chi sarebbe lo scrittore Raymond Carver senza la sua Tess? Cosa ne sarebbe dell'opera di Ezra Pound se non ci fosse stata Olga? E Leopardi, come avrebbe mai potuto scrivere d'amore se il suo dolore non fosse stato dettato da Fanny? Fitzgerald avrebbe mai potuto dedicare la sua vita alla creazione se la sua Zelda non avesse rinunciato alla sua fetta d'arte? 
   Domande ipotetiche la cui risposta è rivelata dalla luce dei proiettori che si accendono sulle numerose "lei".  Ogni artista maschile citato nel libro avrebbe probabilmente creato ugualmente, ma avrebbe creato altro e in altro modo. Una specifica donna ha permesso loro di partorire una specifica opera. L'uomo ha bisogno della donna per creare vita, mentre la donna crea vita, ma non sempre le è permesso creare arte direttamente. La vita delle donne, più di quella degli uomini - ci testimonia la Storia e le storie - sono scandite dalla rinuncia. "Mentre lui creava tu procreavi - o si fanno libri o figli per essere immortali" afferma il narratore - l'agente di Fitzgerald - rivolgendosi a Zelda; concetto ribadito dal detto latino Aut puer aut liber, nel racconto dedicato ad Amalia Guglielminetti, poetessa amata e amante di Guido Gozzano.
     "Ogni storia è una storia d'amore" è un inno all'origine della creazione, un inno al parto, alla vita, alla genesi del sentimento, che equivale a dire un inno agli spazi bianchi tra le righe, al non detto, all'intimo delle opere: un "grazie" alla donna come incarnazione dell'origine stessa.

"Solo se si è amati e si ama si dà alla propria fragilità una destinazione. Per questo ogni storia è una storia d'amore: esistere è coesistere".

    L'amore è forza vitale che anima il mondo, energia che acutizza l'ingegno, miccia per la creatività. Artisti come il poeta Ted Hughes, il regista Alfred Hitchcock, il pittore Amedeo Modigliani si sono nutriti del nettare rispettivamente di Sylvia Plath, Alma e Jeanne per alimentare il loro spirito creativo; altri, però, hanno tratto ispirazione dal desiderio o dall'assenza dell'appagamento, come Cesare Pavese nei confronti dell'attrice ambiziosa Constance, o hanno volontariamente allontanato l'amore per inebriarsi del suo lascito, come lo scultore Auguste Rodin con la promettente allieva Camille Claudel: talvolta è il disamore, inteso come reazione a uno stato di crisi, a generare un'opera.
  A rivelarci i lati nascosti di amori passati sono le voci di narratori che hanno conosciuto i protagonisti e che si rivolgono direttamente alla donna, lasciando in ombra il "lui". Nonostante i diversi punti di vista, lo stile elegante e raffinato non muta al variare del narratore. Se lo stimato D'Avenia accetta una critica da una comune appassionata lettrice come me, non nascondo che mi sarei aspettata maggiore varietà stilistica da adattare alla scelta del narratore, per giustificare proprio tale scelta. A vari narratori dovrebbero corrispondere vari stili, per evitare eccessiva, seppur piacevole, monotonia. È come l'acqua limpida del mare che traccia una linea d'orizzonte piatta e precisa, riflettendo la luce del sole: rilassante, invitante, accogliente. Ma la bandierina rossa che mi avvisa del mare mosso si rivela inutile. Quello stesso mare ci coglierebbe di sorpresa se fosse improvvisamente scosso dal vento, anche senza allerta. 

"Per questo ogni storia è una storia d'amore, perché non possiamo pensarci se non come destini legati ad altri destini, in un tessuto sensato o il cui senso si scorgerà solo alla fine della tessitura".

     Intrecciato ai vari racconti, c'è il filo rosso del passato: la storia d'amore e disamore per eccellenza, quella di Orfeo ed Euridice, mito raccontato da Ovidio nelle sue "Metamorfosi". Undici spezzoni, dieci soste, in cui l'autore si ferma e porta avanti la sua interpretazione della storia dei due amanti, cornice che racchiude ogni altra storia d'amore raccontata. 
    D'Avenia prosegue il dialogo intertestuale intessuto già con Leopardi nella precedente pubblicazione "L'arte di essere fragili", continuando ad alimentare la comunicazione tra opere e autori di tempi e spazi diversi, annullando distanze e abbattendo silenzi. La fiamma della letteratura è ravvivata dalla riflessione su e con essa. "Ogni storia è una storia d'amore" è testimonianza di tale fiamma e parentesi finita dell'infinita comunicazione intertestuale, che solo un appassionato lettore, un curioso conoscitore e un attento creatore come l'autore può aprire.

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