Åsa Larsson, Il sangue versato


Giallo tra natura primitiva e forza femminile


   Premio dell’Accademia svedese del Poliziesco come “miglior giallo”, “Il sangue versato” è il secondo libro di una quadrilogia che ha per protagonista l’avvocato Rebecka Martinsson. Se non avete ancora letto il primo, però, non c’è da preoccuparsi: ignorando l’esistenza di “Tempesta solare” ho letto direttamente il secondo romanzo senza difficoltà, anzi i rimandi a fatti già accaduti (sporadici e non essenziali per la comprensione del testo) hanno alimentato la mia curiosità nei confronti del libro precedente.
   L’autrice svedese Åsa Larsson ambienta i fatti nei pressi della sua città d’origine, Kiruna, lasciandoci affascinare dal ritrovato contatto con una natura incontaminata e misteriosa. Una natura primitiva che rende primitivi gli stessi abitanti, quando perdono il controllo di se stessi e si lasciano guidare dal proprio istinto.

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   21 giugno. Capitolo in prima persona. Il narratore racconta in pochi attimi un omicidio. Il racconto procede poi in terza persona, alternando i punti di vista di svariati personaggi coinvolti nella risoluzione del mistero di un cadavere ritrovato in una canonica, quello del pastore Mildred Nilsson, una donna che, con le sue idee femministe e anticonformiste, si era creata non pochi nemici nella piccola cittadina retrograda.
   Alle indagini che prendono piede e che coinvolgono diversi abitanti del luogo, oltre ai poliziotti e alla protagonista Rebecka, si aggiungono pagine dedicate ad un racconto parallelo, quello di Zampe Gialle, una lupa che vive in quei boschi. La lupa, simbolo della capacità di sopravvivenza e delle forza femminile, sembra rappresentare il corrispettivo di Mildred del mondo animale.
   L’autrice, che si definisce un dio che governa i propri personaggi, presta attenzione ai dettagli e ai vari punti di vista, necessari per creare una visione frammentata ma realistica della realtà descritta. Si perde, però, nella costruzione vera e propria della storia, che subisce un'accelerata troppo violenta verso l'epilogo.
   Sicuramente un libro che non mi ha colpito: non rientra nei canoni del giallo tradizionale, né li stravolge per creare qualcosa di nuovo. Un poliziesco che sembra procedere senza una logica convincente, ubbidendo all'intenzione di sorprendere il lettore. Larsson brava scrittrice, ma cattiva "costruttrice" della storia.

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