Enrico Brizzi, Jack Frusciante è uscito dal gruppo

   Le prime pagine. Ma che dico, le prime righe. Bastano quelle per capire che non si sta leggendo un libro come un altro. Enrico Brizzi, con i suoi vent’anni, firma l'opera all'inizio, con uno stile che ti dice da subito “non è ciò che ti aspetti”. È così che mi ha conquistato “Jack frusciante è uscito dal gruppo”, senza giri di parole, con una narrazione secca, che nonostante l’intro, sembra proseguire il suo corso, aprendosi con una lettera minuscola a inizio capitolo. 
  Scorre il testo, dimenticando segni di punteggiatura (soprattutto punti a fine frase) e lettere maiuscole, come se il controllo razionale dell’autore non riuscisse a stare dietro al caotico flusso dei pensieri dei personaggi, rispecchiandone il movimento inquieto.
  Protagonista non è nessun Jack, protagonista è il diciassettenne Alex D. Jack Frusciante è il nome di un chitarrista dei Red Hot Chili Peppers (in realtà John, ma cambiato leggermente per questioni di diritti d'autore), che suonò con la band per un paio d’anni prima di uscire, inaspettatamente, dal gruppo, proprio all’apice del loro successo. Intorno a questo gesto ruotano le vicende, ma soprattutto le riflessioni del giovane, anzi, del “vecchio Alex”, come lo chiama il narratore. Durante la vacanza studio del protagonista, a Londra, egli viene a sapere della scelta del musicista, che riassume il lento andamento dello stesso Alex, il quale procede verso una strada ancora ignota, ma consapevole di star vivendo un cammino di estrema importanza. 
    La scelta sorprendente di Jack Frusciante è allegoria del gesto estremo dell’amico Martino, il quale, trovato in possesso di droga, decide di fare “un salto fuori dal cerchio che ci hanno disegnato intorno”, come scrive in una lettera indirizzata ad Alex. Trovare il proprio posto dentro o fuori dal gruppo è complicato, significa, nella maggior parte dei casi, abbassarsi o, in casi speciali, innalzarsi. Ma esistono anche terze opzioni.
   Il narratore, che si presenta da subito come “persona informata sui fatti” in quanto conoscente del protagonista, racconta le vicissitudini di Alex, che ama gironzolare per Bologna con la sua bici. Siamo agli inizi degli anni ’90 – precisamente nel 1992 come si deduce da riferimenti storici, quali l’attentato a Falcone e Borsellino – e Alex non è altro che un adolescente in crescita, in piena trasformazione, un giovane scontroso con i genitori, che si divide tra scuola e amici. Cosa altro si potrebbe raccontare di un adolescente se non il suo passaggio dall’essere un ragazzino per bene a uno studente svogliato? Cosa altro ci potrebbe mai essere di interessante? Beh, di interessante c’è il mondo di un essere umano che riflette sulla vita e se la vive in pieno, ci sono gli incontri, le amicizie, i viaggi, ma soprattutto l’amore. No, non quell’amore fatto di prime esperienze, timori e incantesimi. Un amore, uno tra le miriadi di combinazioni possibili di amori, fatto di attesa e simbiosi. 
    Adelaide, detta Aidi, gli piomba dentro un giorno come un altro, con una telefonata, una passione comune per il poeta Cummings, cucendo insieme un rapporto senza etichette, più maturo di qualsiasi “stare insieme”, più puro di qualsiasi idealizzazione. Siamo a febbraio e ad inizio del nuovo anno scolastico, Adelaide partirà per un anno di studio in America, quindi niente “stare insieme”. Ma qualcosa ormai è già sbocciato, non si può ignorare la complicità, la gioia dell’attesa, il desiderio di vedersi, rinunciare a respirare la stessa aria, discutere di poesia, stare abbracciati… E allora perché privarsi della felicità anche se questa ha già una data di scadenza? I due si godono insieme l’incantesimo della loro amicizia speciale, descritta anche direttamente dal protagonista, che prende voce in prima persona in paragrafi a lui dedicati: “Dall’archivio magnetico del vecchio Alex D.”.
Quel diavolo di un uomo era più emozionato a stare sdraiato nell’erba di fianco ad Adelaide dandole la mano, di quanto non fosse mai stato negli sporadici Momenti Particolarmente Erotici della sua vita. Era tutto talmente nuovo, pulito, fresco, pensava il nostro diavolo. E anche un po’ da libro, pensava.
I due “pirati”, come vengono definiti, cercano di “trovare tutti e due un posto fuori dal libro”, fuori da un finale già scritto, scrivendo da sé il loro quaderno e la loro storia.
   “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” è ormai diventato un classico e non solo tra adolescenti (anzi) e non solo per lo stile originale o per gli innumerevoli riferimenti musicali e letterari e non solo perché descrive uno spaccato storico della generazione degli anni ’90. “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” è ormai diventato un classico perché può essere letto da qualsiasi persona, in qualsiasi parte del mondo, di qualsiasi età per ritrovare gli stessi sentimenti di qualsiasi adolescente presente, passato e futuro.

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