Francesco Grandis, Sulla strada giusta

Titolo: Sulla strada giusta
Autore: Francesco Grandis
Contatti: Wandering Wil Sito web e Canale youtube
Pagine: 300


Capitato tra le mani per caso. Come un indizio, termine caro all'autore. Già, perché Francesco Grandis ha deciso di vivere seguendo gli indizi che la vita stessa gli ha fornito, interpretandoli e seguendoli come fossero sassolini di uno smarrito Pollicino sparsi su un tragitto sconosciuto.
Irrequieto, critico, insofferente, curioso. L'autore svela la sua natura, miccia che ha acceso una interminabile ricerca in giro per il mondo. In prima persona, attraverso 52 brevi capitoli sintetizzati da un titolo e da un'epigrafe introduttiva, Francesco Grandis ripercorre le avventure che ha vissuto da almeno cinque anni a questa parte, quando ha lasciato un lavoro stabile ma logorante internamente e senza prospettive di promozioni, per dedicarsi a ciò che conta davvero: la felicità, o perlomeno la sua ricerca
Ad un primo viaggio intorno al mondo, ne seguono altri, verso mete poco conosciute, verso angoli della terra meno esplorati, dove la natura è ancora intatta, selvaggia, primordiale e dove il contatto con essa regala una sensazione impagabile di libertà, ma anche dove le tradizioni delle varie culture brulicano sotto lo strato della standardizzazione e dello stereotipo, e dove l'uomo ricorda di essere tale. 
Sud America, Scandinavia, India, ma anche destinazioni meno lontane e percorse solo con i propri piedi, o con un'auto attrezzata a mo' di casa mobile, perché la scoperta è ravvisabile ovunque. 
Il bagaglio, un unico zaino, dove far entrare solo l'essenziale e spogliarsi per sempre del superfluo. Il contatto con il mondo esterno rimane il computer, fonte di sostentamento economico. Di fatti, dopo aver lasciato il lavoro e aver fatto una prima esplorazione in giro per il mondo, il protagonista riesce a conciliare passione e necessità proponendosi come programmatore freelancer. Quattro ore al giorno di lavoro al computer, non di più, per guadagnare il necessario, e le restanti ore della giornata dedicate a se stesso e alle proprie passioni: dipingere, scrivere, viaggiare. Francesco si fa nomad worker (lavoratore nomade). 
Il compromesso tra necessità di lavoro e desiderio di libertà inizia a vacillare, per raggiungere una nuova crisi, intesa nel suo senso primordiale: crisi come rottura di un equilibrio, nuovo cambiamento e rinascita.

Vi lascio ad alcune frasi tratte dal libro e alla citazione di un altro esploratore, fonte d'ispirazione per chi ha fame di natura e libertà.





"Io non credo alla fortuna, anzi, trovo che sia un modo molto subdolo di sminuire le doti di una persona."



"Queste cose non hanno valore in viaggio. La marca dei vestiti, i locali che frequenti, i colori di tendenza. Sono cose piccole. Viste da lontano spariscono. Quelle che contano rimangono invece. Le chiacchiere tra amici, le risate, la pace. Il loro valore è universale.
Potevo anche tornare a casa e alle mie abitudini, ma non sarebbe stato più come prima. Rientrando nella mia casa vuota, avevo avuto la sensazione che qualcuno ci fosse stato in mia assenza e avesse toccato qualcosa, mettendola fuori posto. Forse è un quadro storto? O il libro sopra il mobile? Ma non era il mondo ad essere cambiato, ero io ad essere diverso."

"In un giorno completamente prevedibile non c'è niente di nuovo che tu possa imparare".




"Io amo la vita. La amo alla follia.
La amo quando è bella, perché mi rende felice.
La amo quando è brutta, perché mi rende forte.
Amo la vita che ho avuto perché mi ha reso quello che sono, e amo la vita che avrò perché mi renderà ciò che avrò il coraggio di diventare."


"C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. - Christopher McCandless" 

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