Alessandro Baricco, Novecento

Un romanzo storico? Una rassegna del secolo passato? Un'ambientazione temporale? No. "Novecento" è un nome di persona.

"Negli occhi della gente si vede quello che vedranno,
non quello che hanno visto".

Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, nato per caso su una nave e per caso con questo nome lungo, che del sangue blu, in realtà, non ha nulla, suona il piano sul transatlantico Virginian, imparando a danzare sulle note dell'oceano e diventando una vera e propria leggenda. La sua storia, che sarebbe annegata tra le acque se non fosse stata raccontata, viene salvata da un altro musicista con cui stringe una forte amicizia.

Poco voglio dire della storia, anche perché si tratta di un libro di una sessantina di pagine per cui i fatti non sono poi molti, mi preme più esprimere l'immensità che può essere sprigionata dall'essenzialità di poche righe. La scrittura di Baricco, essenziale appunto, in questa narrazione, che egli definisce una via di mezzo tra «una vera messa in scena e un racconto da leggere ad alta voce», riesce a coniugare al massimo pochezza di parole e infinità di significato.

Il sottotitolo "Monologo" preannuncia la presenza di un unico narratore, aspettativa infranta dalla capacità sorprendente di scindere il monologo tra due figure: narratore e protagonista. Quest'ultimo si appropria momentaneamente del monologo, della sua storia, per aggiungere il suo finale.

Novecento nasce, vive e muore su quella nave, desiderando solo una volta di scendere a terra per visitare il mondo, perché la curiosità di vedere quei posti tante volte raccontatigli o di camminare su un suolo a cui la nave attraccava, la curiosità di conoscere, insomma, si impossessa di lui. Ma come si fa a conoscere l'immenso? Immensità di luoghi, di strade, di volti...

Pubblicato nel 1994 e adattato al cinema da Tornatore col film dal titolo "La leggenda del pianista sull'oceano", "Novecento" è un libro assolutamente da leggere, da regalare, da conservare.

L'ho divorato una mattina, appena sveglia, ingoiandone ogni parola come la più inaspettata delle colazioni.

Non aggiungo altro, perché è davvero un libro che parla da sé, ma vi lascio al trailer della pellicola che ne è stata tratta, per ascoltare le parole del narratore.


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