Raccontastorie#1: Il palloncino rosa



   La luce gialla paglierino si ritaglia i suoi angoli nella rampa di scale vuota. Scendo di corsa, l'entusiasmo mi eccita: intrecciato tra le dita c'è il filo di un palloncino rosa, che tengo stretto stretto. Sono quasi giunta al garage dal quarto piano, sto per svoltare l'angolo, sempre più velocemente. Sorrido. Non so se da fuori si percepisce, ma so che dentro sorrido, perché mi sento leggera, leggera come il palloncino che mi accompagna.  Non ho mai avuto niente di così mio: questo palloncino non è il giocattolo da condividere con le mie sorelle, questo è solo mio e me lo tengo stretto. Corro, salto le scale, svolto l'angolo. Il portone che conduce al garage è vicino. Papà mi aspetta, andremo in macchina e farò svolazzare il palloncino fuori dal finestrino; il solo pensiero accresce, per quanto possibile, la mia già immensa gioia!
   Bum! Mi spaventa uno scoppio improvviso e arresto la mia corsa congelandomi. A due passi dal portone guardo i frantumi rosa cadere pesanti a terra e avvicino altrettanto pesantemente le mie dita alla parete ruvida. Il senso di leggerezza che un istante prima mi riempiva si fa vuoto. Stento a crederci... Quanto vorrei tornare indietro nel tempo, anche solo per un secondo, e stare più attenta! Ma ho già imparato che non si può. Papà mi sta aspettando. Abbasso la testa. Lentamente inizio a raccogliere le striscioline per farne un mucchietto rosa, che metto in tasca. Decido che lo porterò comunque con me. 
   Alzo la testa e apro il portone. Tra le dita, stringo ancora il filo.
Candia

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